I fatti di cronaca di questi giorni, con le conseguenti reazioni dell’opinione pubblica, inducono a fare alcune riflessioni su che cosa sia la realtà e che cosa sia l’invenzione sociale universalmente accettata in luogo della realtà .
Da anni ormai si parla dei femminicidi come di reati di esclusiva responsabilità maschile contro le donne, che di fatto rivestono il ruolo di vittime. Questo modo di manipolare la realtà ha, come conseguenza, il moltiplicarsi di slogan sull’essere “dalla parte delle donne”, schierando fazioni di donne sempre “innocenti e inermi” contro uomini sempre “irragionevoli e violenti fino alle estreme conseguenze”.
E’ vero, ci sono donne vittime inermi di uomini violenti. A queste donne io offro ogni giorno il mio aiuto e rinnovo caldamente la mia preghiera a parlare, a farsi aiutare per uscire dal loro inferno.
Ma ci sono anche altre donne, che distruggono i loro uomini manipolandoli, depredandoli dei loro averi e massacrandoli talvolta anche fisicamente (e non è un caso raro come si crede).
Ci sono anche mamme che accoltellano a morte le loro figliolette per fare dispetto all’ex marito.
Ci sono anche maestre che cospargono bambine di soda caustica e poi gliela fanno ingerire, uccidendole, perchè non sopportano più il loro pianto.
Ci sono anche donne che commettono femminicidi (sono questi i casi) approfittando del loro ruolo di caregiver, tradendo la tradizionale natura accuditrice della femmina della specie.
Di fronte a tali orrori, la gente si indigna sbalordita: “Ma com’è possibile che accadano cose come queste? Come può una madre o un’insegnante fare ciò?”
Perchè succede? La risposta è semplice, elementare persino: per il semplice fatto che il narcisismo patologico, questa patologia psichiatrica grave sempre più diffusa, non colpisce solo i maschi.
Smettiamola quindi di creare schieramenti “dalla parte delle donne”, contro gli “uomini maltrattanti”. E’ una falsità, o almeno non è tutta la verità.
E se non si riesce a vedere la realtà, non si può prestare concretamente aiuto per risolvere il problema, o almeno tentare di farlo.
Bisogna tutelare TUTTE le vittime, di ogni età e sesso, perchè di fronte alla violenza narcisistica, che cerca solo il soddisfacimento dei propri bisogni e utilizza l’altro come mera merce da usare a piacimento, è urgente fare sul serio.
Non importa se quella era una madre: andava fermata molto PRIMA, bisognava toglierle la patria potestà, la bambina andava allontanata.
Non importa se quella era una maestra: occorreva sorvegliare attentamente il suo operato e sollevarla dal suo lavoro PRIMA che arrivasse a compiere il misfatto.
I segnali ci sono sempre: mancanza di empatia, freddezza, egocentrismo, violenza verbale e fisica abituale.
Ma pochi hanno occhi per vedere.
E, ancora una volta, due inermi creature ne hanno fatto le spese.