Come e quando nasce un abuso?
La maggior parte della gente pensa che l’abuso si concretizzi nel momento in cui l’abusatore ( o l’abusatrice) compie dei gesti clamorosi e/o pronuncia delle parole gravemente abusanti.
In base a questa convinzione, la vittima è totalmente inerme e passiva: può solo tentare azioni di difesa ordinarie, come fuggire, urlare, ecc.
Io credo però che il problema sia più complesso di come appare.
Facciamo un esempio pratico e banale.
Conosco una persona simpatica, che si dimostra interessata a me.
Mi fa piacere conversare con lei, trascorrere del tempo con lei, sento che posso affezionarmi a lei, anche perchè forse ho pochi amici e a volte mi sento sola.
Voglio però prendermi del tempo per conoscerla meglio, per fidarmi di lei: la fiducia, si sa, si costruisce lentamente, frequentandosi e conoscendosi sempre di più.
La persona in questione, che sembra davvero presa da me, si dimostra invece impaziente, scalpita, protesta, dice che il suo sentimento è così grande e importante, che vorrebbe subito qualche segnale che anch’io la ricambio.
Io non me la sento ancora di lasciarmi andare, ho bisogno di più tempo e di pazienza per costruire una relazione profonda e duratura.
Glielo dico e lei si dimostra comprensiva, ma ad ogni occasione torna sempre a insistere per avere di più, per sminuire e quasi ridicolizzare la mia esitazione.
Così, lentamente, io comincio a crederle: forse sto esagerando con tutte le mie remore; in fondo non c’è niente di male a lasciarmi andare e, anche se non mi sento ancora pronta, accetto di tenerla per mano o di lasciarmi abbracciare: lei sembra così affettuosa e presente!
Ogni volta però chiede ancora di più: la testa appoggiata sulla sua spalla, un bacio, delle parole dolci, una carezza sul ginocchio, un blando approccio sessuale.
Io non voglio, però forse sto sbagliando, forse lei ha ragione e allora accetto.
Nel momento in cui accetto per farla contenta, io comincio a soffrire, comincio a non stare più bene nella relazione, sento che c’è qualcosa che non va.
Gliene parlo, ma anche questa volta lei dice che sto esagerando, che non sono moderna, che non c’è niente di male.
E io le credo.
Ecco: è in questo momento che si consuma l’abuso.
Ancora prima che quella persona mi faccia del male in qualunque modo, io mi sono predisposta a farmelo fare, perchè ho rinunciato al mio sentire per amor suo.
L’abuso nasce dal considerare i valori altrui prioritari rispetto ai nostri. Questa credenza si paga cara, perchè espone alla manipolazione e talvolta anche alla violenza.
Come faccio ad accorgermi che sto delegando il mio potere, sto rinnegando i miei valori, per accontentare i progetti di qualcun altro su di me?
Me ne accorgo perchè inizio a soffrire, a provare disagio ogni volta che mi trovo con quella persona, anche se apparentemente si comporta come la più amorevole della terra.
In realtà, non rispetta il mio sentire, perchè non rispetta i miei tempi. E il corpo, il cuore e la mente reagiscono, esprimendo sofferenza.
La sofferenza emotiva nasce ogni volta che rinnego i miei valori, ogni volta che non proteggo quello che sento, che non difendo ciò che per me è importante.
Ma se quella persona così carina e importante per me se ne andasse, per colpa dei miei tentennamenti?
E’ un rischio che devo correre, se voglio mantenermi integra e felice.
Chi ti ama veramente non ti abbandona sol perchè vuoi essere fedele a te stesso.
Chi ti ama veramente ti rispetta.
Chi ti ama, non ti fa del male. MAI.