Per far rimarginare le ferite, che sanguinano ogni volta che il narcisista patologico ci fa soffrire, dobbiamo comprendere una cosa importantissima: POSSIAMO ESSERE FERITI SOLO NEI PUNTI IN CUI SIAMO VULNERABILI.
Mi spiego meglio.
Se il nostro narcisista ci attribuisse un difetto che sentiamo di non avere, non soffriremmo più di tanto, magari risponderemmo per le rime, oppure scoppieremmo a ridere. Se invece ci dicesse che non valiamo niente, che siamo sbagliati, che nessuno ci amerà mai, che meritiamo tutto il male possibile, e qualcuno ce lo ha già detto quando eravamo piccoli, ecco che il dolore di quelle parole ci devasterà.
Come difendersi?
Da un po’ di tempo, quando mi sento ferita da una parola o da un comportamento narcisista (cioè irrispettoso e insensibile), io mi prendo del tempo per rimanere immobile a sentire, per riconoscere che il dolore non dipende da quella parola o da quella azione, ma viene da lontano, da esperienze infantili traumatizzanti, che la parola o l’azione di oggi sta riportando alla luce. In quei momenti, io accolgo il disagio con pazienza e amore infinito per me stessa, mi consolo, mi coccolo e il dolore stesso scompare in breve tempo.
La mia attenzione ha fatto rimarginare la ferita, mi ha guarito.
La forma migliore di protezione dal narcisismo e da ogni malvagità è quella di trasformare le proprie ferite in una fonte di compassione e guarigione per se stessi e per gli altri.
Se guariamo noi stessi, possiamo essere ottimisti quando gli altri sono negativi, possiamo essere luce in tempi di oscurità. Oggi c’è un urgente bisogno di ottimismo e di luce: diventiamo quella luce che illumina il mondo intorno a noi e lo cambia per sempre!