Non ce l’ho con Chiara Ferragni: è una ragazza simpatica e molto abile, una figlia di cui ogni mamma sarebbe orgogliosa, e poi Sanremo è un palcoscenico difficile. Però ormai non ne posso più di sentire manfrine sulle povere donne vittime di uomini cattivi.
E’ vero, ci sono tante donne vittime e tante altre non ci sono più per colpa di altrettanti uomini violenti.
Però, se non affrontiamo la realtà non ne usciremo mai.
E la realtà è che non si possono schierare donne innocenti da un lato e uomini colpevoli dall’altro: esistono PERSONE di entrambi i sessi che sono vittime di abusi, così come esistono PERSONE di entrambi i sessi che perpetrano abusi su altri esseri umani, uomini e donne. Dobbiamo assumerci la responsabilità di essere, noi donne, vittime talvolta e talvolta carnefici. Solo affrontando l’ombra che è in noi, possiamo capire e soprattutto possiamo SCEGLIERE. Scegliere di sottrarci all’abuso, scegliere di non abusare mai nessun altro, scegliere di essere felici e di portare felicità, e le due cose sono strettamente collegate: chi rende gli altri infelici, difficilmente potrà provare una felicità duratura. E di questo non può incolpare nessuno.
Noi possiamo scegliere. NOI, donne e uomini italiani ed europei, che viviamo in paesi democratici, possiamo farlo.
Non abbiamo alibi: possiamo scegliere liberamente chi vogliamo essere e quale contributo vogliamo donare alla società.
Non ci rendiamo nemmeno conto di quanto siamo privilegiati rispetto a uomini e donne di altri Paesi del mondo.
Ce l’ha ricordato l’attivista iraniana Pegah Moshir Pour, con la tranquilla lucidità di chi conosce da sempre l’abuso politico e ha scelto di non includerlo nella propria vita. La storia raccontata da Pegah a Sanremo mi è sembrata agghiacciante per la sua autenticità, mi ha emozionato profondamente, mi ha fatto sentire impotente di fronte alle milioni di donne iraniane che rischiano la vita ogni giorno per esprimere se stesse, di fronte a un regime che sull’annientamento del femminile ha posto i cardini del suo potere.
Mi ha fatto venire in mente che circa 10 anni fa a Milano mi sono trovata nel bel mezzo di una manifestazione di giovani iraniani contro il regime del loro Paese. Casualmente i miei occhi hanno incontrato gli occhi disperati di una ragazza. Solo gli occhi, perchè il resto del viso era coperto. Il tempo tra noi si è fermato e ci siamo guardate. Ci siamo sorrise e io le ho sussurrato istintivamente : Auguri per la tua battaglia e per la tua bellissima terra! Ha risposto uno ‘speriamo’ al volo ed è corsa via a raggiungere i suoi amici manifestanti.
Non l’ho mai dimenticata. Spero con tutto il cuore che sia ancora viva e che lo siano tutte le sue amiche e le sue parenti.
Come possiamo aiutare donne come Pegah e come l’anonima manifestante di Milano?
Come possiamo sostenere queste ragazze iraniane da qui?
Cosa possiamo fare noi donne europee?
Non possiamo cambiare la mentalità degli statisti iraniani, che stanno distruggendo una tra le civiltà più evolute e raffinate del passato.
Possiamo però fare la nostra parte per affermare una Femminilità conscia della propria Forza e della propria Dolcezza, determinata a rispettare Se stessa e i propri Valori, pronta ad affermare la propria Bellezza, e contemporaneamente disposta ad accogliere la Bellezza e la Libertà altrui, senza compromessi e senza baratti.
Questo solo possiamo fare. E non è poco.