L’altra sera mi trovavo al ristorante con alcuni amici. Al nostro tavolo c’era una signora che è ritenuta particolarmente sgradevole da quasi tutti, perchè si lamenta di continuo, è un’attaccabrighe, fa pronostici catastrofici su ogni iniziativa che intendiamo intraprendere, comunica che non parteciperà alle nostre cene e poi spunta all’ultimo, rimproverandoci che non l’abbiamo aspettata: insomma una vera rompiballe. Anche l’altra sera, come al solito, ha iniziato a rovinare l’atmosfera con i suoi commenti e lamenti.
Qualcuno le ha risposto infastidito, qualcun altro ha detto chiaramente che nelle prossime occasioni in cui ci fosse stata lei, non avrebbe più partecipato e, infine, la nostra amica psichiatra l’ha definita un “caso conclamato di persona tossica”.
Fin qui tutto normale: il suo identikit corrisponde in buona parte ai vampiri energetici di cui tanto si parla e di cui ho parlato anch’io in post precedenti .
La cosa nuova è stata che io non mi sono sentita minimamente toccata dalle sue esternazioni: mentre tutti si sono rovinati letteralmente la cena per “colpa” sua, io mi sono divertita un sacco e ne conservo un ottimo ricordo.
Ovviamente, come faccio di solito quando accade qualcosa di nuovo, mi sono interrogata nei giorni successivi sul perchè a me non avesse fatto lo stesso effetto degli altri.
E, come spesso mi accade quando cerco di andare a fondo nel mio sentire, la risposta che mi arriva è una scoperta del tutto nuova.
Quella donna non era tossica per me, soltanto perchè io, più o meno consciamente, le ho impedito di esserlo: vedevo il suo comportamento, non lo condividevo, non sostenevo le sue strambe tesi, non controbattevo, non le lasciavo spazio per invadermi: le concedevo semplicemente il diritto di essere come voleva.
E come posso io, e una qualunque persona, lasciare a un’altra il diritto di dare fastidio senza esserne a propria volta infastidita?
Posso, nella misura in cui io lascio a me stessa il diritto di essere come voglio. Se io sono e faccio quello che risuona con i miei sentimenti e i miei desideri, come può un’altra persona invadermi e nuocermi?
E’ questa la grande scoperta che voglio condividere con i lettori: nessuno può essere tossico per chi ha chiarito con se stesso che vita vuole vivere e che valori porre a fondamento delle proprie scelte, assumendosene la responsabilità.
Perchè? Perchè respingerà con fermezza qualunque cosa vada contro tali valori, in quanto ciò in cui crede è più importante della bella figura da fare con gli altri, o degli utili che potrebbero derivare da un atteggiamento più condiscendente o, peggio, del rimanere da soli.
Se io vado avanti danzando la mia danza, chiunque altro può danzare la sua e, se non onora con il suo comportamento la sacra bellezza che è in ognuno di noi, io posso provarne compassione, se credo, o indifferenza.
E’ la sua vita dopotutto, faccia come creda.
Io continuo a danzare.