C’è un uomo fermo nel punto più alto dell’isola.
Scruta l’orizzonte, in attesa di una nave che lo venga a prendere per riportarlo a casa.
Il libro comincia dal giorno in cui la vede finalmente arrivare.
Khalil Gibran, autore del famosissimo Il Profeta, non fa sapere al lettore se in precedenza quell’uomo saggio avesse incontrato gli abitanti dell’isola, se li frequentasse con regolarità o solo raramente.
Non ci dice se fossero suoi amici o se avesse vissuto tutto il tempo in solitudine.
Quello che appare evidente è che quelle persone conoscono il valore dello straniero, gli riconoscono un carisma particolare, e quando lo vedono pronto a salpare con la sua nave, gli si affollano intorno, per chiedergli di parlare con loro, un’ultima volta (o forse la prima?) degli argomenti a cui tengono di più, che corrispondono inequivocabilmente ai temi più importanti e comuni a tutti gli esseri umani: amicizia amore, dolore, comunicazione, vita e morte, colpa e castigo.

E allora un uomo dotto disse: Parlaci del Conversare.
Ed egli rispose, dicendo:
Voi conversate quando cessate di essere in pace con i vostri pensieri;
E quando non potete più abitare nella solitudine del cuore, vivete allora con
le labbra, e il suono delle parole vi è di svago e passatempo.
E in molta parte del vostro discorrere il pensiero è quasi ucciso.
Poiché il pensiero è un uccello dell’aria, che in una gabbia di parole può
anche spiegare le ali, ma senza poter volare.
Vi sono di quelli che cercano uomini loquaci per il timore di restar soli.
Il silenzio della solitudine rivela ai loro occhi il loro vuoto ed essi
vorrebbero fuggirlo.
E vi sono di quelli che parlano, e senza conoscenza o ponderatezza
parlano di una verità che neanche comprendono.
E vi sono di quelli che hanno la verità dentro di sé, ma non la esprimono in
parole.
Nel petto di uomini siffatti lo spirito dimora in armonioso silenzio.
Se sulla strada o nella piazza del mercato incontrate l’amico, lasciate che lo
spirito che è in voi muova le vostre labbra e diriga la vostra lingua.
Lasciate che la voce che è dentro la vostra voce parli all’orecchio del suo
orecchio;
Poiché la sua anima custodirà la verità del vostro cuore. come un buon vino di cui si ricorda
il sapore.
Anche quando il colore è dimenticato e la coppa perduta.