Le festività appena trascorse hanno dato modo ai credenti in Cristo di celebrarne l’anniversario della nascita.
Anch’io ho ripercorso le tappe salienti della vicenda che ascolto fin da bambina e che non cessa di stupirmi ed emozionarmi: il dio del cosmo accetta di ridurre la sua immensità per incarnarsi e assumere la forma umana, attraverso la quale spandere nel mondo il suo messaggio d’amore, che parte dalla culla di Betlemme, dentro una misera stalla, si staglia sul legno di una croce e infine esplode in un oceano di luce, che vince la morte e garantisce l’eternità a ogni creatura.
Come sia stato possibile realizzare tutti questi prodigi, compresa la disponibilità di una Vergine ad assumersi l’onere di partorire materialmente il Re dei Re, resta un mistero, che la mente umana non riesce a comprendere e che può solo accettare per fede.
il Natale di Gesù, tuttavia, oltre che ricordarci la missione amorevole del nostro Signore, è anche l’occasione migliore per riflettere sul tema dell’incarnazione di ogni anima che viene sulla terra.
E anche questo è mistero.
Le cellule di due estranei, per qualche strana alchimia, si fondono indissolubilmente e iniziano a danzare insieme la danza della vita, dando origine, con il passare dei giorni e dei mesi, a organi, tessuti, funzioni, che renderanno possibile la venuta al mondo di un altro essere umano. E quello che succede agli uomini, succede anche, in modi diversi, a ogni altra creatura vivente del nostro pianeta.
Non è meravigliosa e stupefacente la raffinata sapienza che rende possibile tale prodigio?
E quanto è grandioso il compito dei genitori i quali, più o meno consapevolmente, accettano di fungere da tramite per la materializzazione di un nuovo individuo!
I protagonisti di questo portento, tuttavia, non sono soltanto gli adulti, la mamma e il papà.
Maria Montessori e Frédérick Leboyer, due grandi scienziati del Novecento, hanno ribaltato i punti di vista vigenti fino a quel momento sui grandi temi del concepimento, gestazione e parto, spostando l’attenzione riservata esclusivamente alla madre anche al nascituro e al mistero che porta con sè.
In base alle loro riflessioni, anch’io ritengo che sarebbe molto utile inserire nella formazione delle gestanti e dei loro partner, oltre a informazioni di tipo medico e psicologico, anche supporti di tipo spirituale per accogliere fin dal concepimento il nuovo essere umano con l’attenzione e il rispetto che merita.
L’anima del bambino, che sceglie di incarnarsi e nascere sulla terra con un compito preciso, ha molto da insegnare ai genitori, i quali possono porsi in connessione con la profondità di quanto sta accadendo, in un clima di gioiosa attesa, di silenzio e quiete, di accoglienza amorevole.
Studi recenti condotti da medici ginecologi, ostetrici e filosofi, sostengono che un bambino che nasce in queste condizioni di rispetto e di stupore ha maggiori probabilità di crescere sano di mente, rispettoso degli altri, buono di animo.
Credo sia utile segnalare che in Europa esiste l’OMAEP, “Associazione internazionale per la gravidanza consapevole”, con sede in Francia, di cui esiste una sede italiana, l’ ANEP.
Una dei suoi più autorevoli membri, Bianca Buchal, autrice di un libro che si intitola Gravidanza consapevole, ispirato a un testo del maestro Aivanhov (L’educazione comincia prima della nascita), ha speso gran parte della sua vita a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema, affermando che la soluzione più efficace all’insorgere di continui conflitti, guerre e distruzioni, è proprio far nascere qualunque bambino in ambienti consapevoli e spirituali, che fin dal concepimento lo accolgano in modo da poter esprimere i propri talenti, crescendo in scuole che educhino al bello, al buono e all’onestà.
Quando ho partorito io, trent’anni fa, questi concetti non erano conosciuti nella mia città e forse neanch’io ero in grado di comprenderne la portata. Se lo avessi fatto, sarei stata una mamma del tutto diversa, a beneficio dei miei figli e forse anche dei loro amici.
Oggi ritengo indispensabile aiutare una coppia che decide di avere un figlio a cogliere gli aspetti spirituali del concepimento e ad assumersi la responsabilità di crescerlo nell’ambiente migliore, perchè abbia una vita piena di amore e rispetto, l’unica degna di essere vissuta.